9 Marzo 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

certamente nessuno di noi può dire di non essere peccatore, ma questa condizione di peccato non ci fa senz’altro essere come i demoni “la cui volontà è talmente impregnata e incorporata nel male, che non può volere alcun bene”. Il peccatore, dice Francesco: “si trova a metà strada tra Gerusalemmte e Gerico…” e come il viandante della parabola di san Luca (10,30) “…è abbandonato mezzo vivo e siccome è vivo per metà, può anche compiere delle azioni vive per metà”.

Essere tra Gerusalemme e Gerico vuol dire essere nel deserto di Giuda che divide queste due città e il deserto è sempre pieno di insidie: serpenti velenosi, animali pericolosi a quattro, o più spesso, a due zampe…i briganti. Quell’uomo, caduto nelle loro mani, pur essendo ancora vivo, come dice l’Evangelista, non aveva più forza per risollevarsi da solo e sarebbe certamente morto se non fosse stato soccorso dal misericordioso samaritano. Similmente, commenta il Nostro: “La ragione naturale è gravemente ferita e come mezza morta a causa del peccato: perciò, così mal ridotta, non può osservare tutti i comandamenti, che pure vede essere convenienti; conosce il suo dovere, ma non può adempierlo, ed i suoi occhi hanno più luce per vedere il cammino da fare, né le sue gambe forza per percorrerlo”. Questa è la condizione umana dopo il peccato originale. Dunque, coscienti del nostro essere peccatori, dovremo fare attenzione ai peccati gravi, ma spesso trascuriamo quelli “veniali” che sono i più frequenti. La Sacra Scrittura, nel libro dei Proverbi (24,16) dice che il giusto pecca sette volte al giorno, ma trova anche la forza per superare il suo peccato e rialzarsi. Continua il testo: “Il peccatore può certo osservare un comandamento o l’altro; può anche osservarli tutti per un po’ di tempo, finché non si presenti la necessità impellente di dover praticare virtù comandate, o una tentazione grave di commettere il peccato proibito; ma che il peccatore possa vivere a lungo nel suo peccato senza aggiungerne dei nuovi, non è cosa possibile, senza speciale protezione di Dio”. Tante volte ci capita di dire, soprattutto ai giovani: Non sarebbe ora di darsi una…ripulitina? Risposta: Ne faccio ancora un po’ (di peccati) e poi vengo a confessarmi. Questo accade perché non si considera che la confessione ha in sé quella grazia sacramentale che ci dà la forza di superare determinati ostacoli e non si tiene presente che “i nemici dell’uomo sono intraprendenti, sediziosi e sempre in azione per portarlo alla perdizione; e quando vedono che non si presenta occasione di praticare le virtù ordinate, suscitano mille tentazioni per farci cadere nelle cose vietate; e allora la natura senza la grazia non può liberarsi dal precipizio; poiché, se vinciamo, è Dio, dice san Paolo10, che ci dà la vittoria per Gesù Cristo. Vegliate e pregate per non entrare in tentazione11. Se nostro Signore dicesse soltanto vegliate, potremmo credere di poter bastare a noi stessi; ma quando aggiunge pregate, fa vedere che, se non custodisce lui le anime nostre nel tempo della tentazione, invano veglieranno coloro che le custodiscono”. Con queste parole Francesco mette la parola fine al primo capitolo.

Preghiamo

O Dio, nostro Padre, che nella celebrazione della Quaresima ci fai pregustare la gioia della Pasqua, donaci di approfondire e vivere i misteri della redenzione per godere la pienezza dei suoi frutti. Amen

Siamo alla fine della terza settimana di Quaresima e ci viene spontaneo ripetere a tutti quella domanda che facciamo ai giovani… Buona giornata e buona domenica “laetare” cioè della gioia,

PG&PGR