Carissimi,
siamo sempre alla Domenica di Passione del 1615 e Francesco di Sales ci invita a passare (o meglio, tornare) al tema della preghiera sottolineando, però, che non dirà nulla del suo oggetto in quanto si riserva di farlo nella prossima Esortazione, quella per la Domenica delle Palme (sempre del 1615, s’intende!). A questo punto si sente in dovere di chiarire, ancora meglio, quale sia lo scopo o materia della preghiera: “E’ chiedere a Dio tutto ciò che è bene”.
Ma, attenzione, tutto ciò che è bene ai Suoi occhi, secondo la Sua e non la nostra volontà e per questo fa la seguente distinzione: “Dobbiamo sapere che i beni sono di due generi: i beni spirituali e i beni corporali o temporali”. La nostra natura, generalmente, ci spinge a chiedere al Signore in modo particolare questi ultimi, dimenticando che essi dipendono soprattutto dai primi. Un esempio: se chiediamo al Signore il dono della salute per noi stessi o per altri, dobbiamo prima chiedere il dono della pazienza per saper accogliere anche gli “imprevisti”. I credenti hanno, però, bisogno di buoni pastori che sappiano indicare al loro gregge questa priorità e il discorso del Nostro vuole portarci proprio a questa considerazione. Al suo solito, parte da lontano prendendo lo spunto da due versetti del Cantico dei Cantici: La sposa “loda il suo Diletto che ha le labbra come un giglio che stilla mirra (5,13); lo Sposo, di rimando, risponde che ha il miele e il latte sotto la lingua (4,11)”. Dalle labbra dello Sposo esce la Parola, dalla lingua della sposa il miele e il latte che stanno a rappresentare la predicazione. D’accordo è un concetto un po’ complicato, ma seguiamo il ragionamento del nostro maestro: Queste espressioni possono essere interpretate in vario modo ed egli le riferisce a coloro che il Signore ha scelto per annunciare la sua Parola: “I predicatori hanno il latte sotto la lingua quando parlano delle virtù di Nostro Signore in quanto uomo: la sua dolcezza, la sua mansuetudine, la sua misericordia; ed hanno il miele sotto la lingua quando parlano della sua divinità”. Latte, miele??? Questi due elementi, nella Bibbia, indicano l’abbondanza dei doni che Dio ha riservato per il suo popolo (Lev 20,24); il latte rappresenta i beni materiali in quanto è frutto di un procedimento naturale; il miele, invece, è il risultato di un lavoro molto più complesso e, come dice il de Sales, “rappresenta le perfezioni divine che sono completamente celesti”. Questo brano ci ha fatto riflettere e siamo giunti alla conclusione che egli stia parlando, in modo particolare, a noi preti e religiosi. Certamente non ci riteniamo “predicatori”, ma umili servi della Parola e dell’Eucarestia ai quali il Signore, nella sua bontà e provvidenza, ha affidato una porzione del suo Popolo; non ha eliminato da noi i difetti e i peccati, ma ci chiede di essere portatori e annunciatori del suo amore. E visto che tutto questo Francesco lo inserisce nel discorso sulla preghiera, pregate per noi e per tutti i pastori della Chiesa con queste parole (o altre, se volete):
Signore, ti preghiamo per il nostro vescovo Papa Francesco, per i suoi ausiliari e in particolare per don Paolo, per coloro che lo hanno preceduto e per tutti i vescovi, per i sacerdoti delle nostre parrocchie vicine e lontane; dona loro pazienza, serenità, comprensione, forza, d’animo e infiammali col fuoco del tuo Santo Spirito affinché il loro servizio pastorale sia sempre animato dall’amore. Amen
Ed oggi…semplicemente, grazie! Buona giornata, buona domenica e buona festa di Cristo Re,
PG&PGR