26 Gennaio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

mentre per alcuni, come ci diceva ieri Francesco, la perseveranza è stata di breve durata in quanto ha coinciso, o quasi, con il termine del loro pellegrinaggio terreno, per altri ha caratterizzato tutta la loro esistenza. Cita la profetessa Anna che, dopo essere rimasta vedova in giovane età, si era dedicata completamente al servizio divino e «non si allontanava mai dal tempio servendo Dio con digiuni e preghiere» (Lc 2,36-37). Il Nostro accenna anche all’Apostolo Giovanni che, chiamato dal Signore in giovane età, ha perseverato nella carità fino alla morte avvenuta, secondo la tradizione, in età molto avanzata. Vengono poi citati altri personaggi che potrebbero stimolare la nostra curiosità per conoscerli un po’ meglio (abbiamo i mezzi per farlo): San Paolo Eremita (III-IV secolo), tradizionalmente considerato come il primo eremita cristiano, modello di fedeltà alla propria scelta di vita; Sant’Ilarione (di Gaza), anch’egli dello stesso periodo; San Romualdo (X-XI secolo), fondatore dell’Eremo di Camaldoli (Arezzo) e iniziatore della Congregazione Camaldolese, una delle tante “diramazioni” dell’Ordine benedettino; infine San Francesco di Paola (XV-XVI secolo), eremita e fondatore dell’Ordine dei Minimi, patrono di alcune regione del Sud  e in modo particolare della Calabria. L’Autore afferma che “costoro hanno avuto bisogno di mille tipi di assistenza, per il variare delle situazioni del loro pellegrinaggio e della sua durata”. La perseveranza, infatti, è spesso minacciata da elementi esterni quali persecuzioni, dirette e indirette, lunghe malattie, tentazioni di vario genere, ma “rimane il dono più desiderabile che possiamo sperare in questa vita”. Essa è un dono di Dio che, come afferma il Concilio di Trento, “è l’unico che può dare stabilità e chi sta in piedi e rialzare colui che cade”. Francesco ribadisce che il dono della perseveranza va chiesto continuamente “usando i mezzi che Dio ci ha insegnato per ottenerla: l’orazione, il digiuno, l’elemosina, l’uso dei sacramenti, la compagnia dei buoni, la lettura e l’ascolto della Parola di Dio”. Il de Sales aggiunge, sapientemente che anch’essa, pur trovando origine nella misericordia di Dio, ha bisogno della nostra volontà, del nostro consenso; San Paolo, in Romani 8,38-19) ci assicura che nulla potrà mai strapparci dalla carità di Dio, nulla al di fuori di noi stessi in quanto “soltanto noi possiamo abbandonarlo per nostra volontà, fuori della quale non c’è nulla da temere sotto questo aspetto”. Possiamo sempre contare sull’aiuto di Dio che mai ci chiederebbe qualcosa senza darci la possibilità di farla. Concludendo questo capitolo, Francesco ci invita a pregare con queste parole:

Signore Dio, mia unica speranza, non lasciarmi cadere nel tempo della mia misera vecchiaia; quando l’età mi renderà fiacco e il mio vigore verrà meno, la tua mano non mi abbandoni. Amen

E non dimentichiamo che spesso, perseveranza e pazienza, “vanno a braccetto”. Buona giornata,

PG&PGR