11 Maggio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

immaginiamo due giovani, un ragazzo e una ragazza: si incontrano, si piacciono, parlano del più e del meno, si danno un appuntamento per rivedersi. Dopo qualche giorno si incontrano di nuovo, un timido bacio sulla guancia, passeggiano tenendosi per mano e man mano la simpatia iniziale si trasforma…le prime carezze e il primo bacio…non più sulla guancia. Francesco, che si avvia a concludere questo capitolo, parla di un timore (amore) iniziale “dei principianti” che proviene dal vero amore, “ma un amore ancora tenero (anche un po’ impacciato), debole, iniziale”. Per molti di noi anche l’amore verso Dio è iniziato in questo modo, ma tenuti da Lui per mano, è divenuto consapevolmente un timore (amore) filiale che “viene dall’amore fermo, solido e che già tende alla perfezione”. Torniamo ai giovani di prima: quel rapporto era iniziato con la simpatia reciproca, con qualche piccola gentilezza del tipo: «Ti porto i libri…ti accompagno a casa», con il regalare un fiore e altre piccole attenzioni del genere. Francesco chiama queste attenzioni “timori (amori) servili e mercenari” che nulla hanno a che vedere con le accezioni negative di questi termini in quanto “precedono l’amore per fargli da avanguardia…e sono spesso molto utili al suo servizio”. Per farci meglio comprendere quanto l’amore “servile” sia utile e importante, lo paragona all’ago con il quale si ricama un tessuto pregiato che non è fatto per rimanere nel ricamo, ma serve solo come “guida” per i fili “d’oro e d’argento”. Spiega il Nostro: “Così la divina bontà, volendo mettere nell’anima umana una grande varietà di virtù ed elevarle con il suo santo amore, si serve dell’ago del timore servile e mercenario, da cui ordinariamente vengono punti sul principio i nostri cuori, senza però che vi sia lasciato dentro; ma di mano in mano che le virtù sono introdotte e messe a posto nell’anima, ne esce il timore servile e mercenario, secondo il detto del discepolo amato, che la carità perfetta scaccia fuori il timore”. Ed ecco cosa dice san Giovanni nella Prima lettera (4,16-18): «Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui… Per questo l’amore ha raggiunto in noi la sua perfezione…Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore». Ritroviamo quella coppia di giovani, ormai non più giovani, sposati, con qualche figlio…Il tempo. però, non ha cancellato le piccole attenzioni, i piccoli gesti di gentilezza e quel primo fiore, magari conservato in un libro, è stato sostituito da altri sempre freschi…

Domani celebreremo la solennità dell’Ascensione del Signore al cielo; preghiamo con le parole della liturgia:

Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Amen

Che ne dite di un gesto “servile e mercenario” da fare, oggi, verso qualcuno? Buona giornata e buona solennità dell’Ascensione del Signore.

PG&PGR