16 Maggio 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi

se ben ricordate, Francesco di Sales, nella terza parte della Filotea, ci metteva in guardia dall’ansia, dall’apprensione e dalla fretta eccessiva, tutte cose che ci fanno correre il rischio di far passare inosservate quelle piccole attenzioni che rendono qualsiasi tipo di comunità…più comunità. Citando l’Esortazione apostolica “Amoris laetitia”, (2016), il Papa ci ricorda le tre parole-chiave “permesso, grazie, scusa” asserendo che «le parole adatte, dette al momento giusto, proteggono e alimentano l’amore giorno dopo giorno». E al numero 145, nella G.E., dice: “La comunità che custodisce i piccoli particolari dell’amore, dove i membri si prendono cura gli uni degli altri e costituiscono uno spazio aperto ed evangelizzatore, è luogo della presenza del Risorto che la va santificando secondo il progetto del Padre”. Potremmo, a questo punto, porci una domanda: come può, una comunità, evangelizzare se prima non evangelizza se stessa attraverso il prendersi cura l’uno dell’altro? Abbiamo un urgente bisogno di riscoprire i piccoli segni perché l’Amore di Dio si manifesta anche in questi. Il “piccolo segno” del ragazzo che mette a disposizione del Maestro la sua “merenda” (Cfr. Gv 6,9), dovrebbe farci riflettere! La stessa riflessione dovrebbe scaturire rileggendo l’episodio della guarigione dei dieci lebbrosi dei quali solo uno torna a dire “grazie” al Signore, e per questo viene salvato…pur essendo un Samaritano (Cfr. Lc 17,11-19). Papa Francesco riporta l’esperienza di Santa Teresa di Gesù Bambino, Santa Teresina di Lisieux: “A volte, per un dono dell’amore del Signore, in mezzo a questi piccoli particolari ci vengono regalate consolanti esperienze di Dio: «Una sera d’inverno compivo come al solito il mio piccolo servizio, […] a un tratto udii in lontananza il suono armonioso di uno strumento musicale: allora mi immaginai un salone ben illuminato tutto splendente di ori, ragazze elegantemente vestite che si facevano a vicenda complimenti e convenevoli mondani; poi il mio sguardo cadde sulla povera malata che sostenevo; invece di una melodia udivo ogni tanto i suoi gemiti lamentosi […]. Non posso esprimere ciò che accadde nella mia anima, quello che so è che il Signore la illuminò con i raggi della verità che superano talmente lo splendore tenebroso delle feste della terra, che non potevo credere alla mia felicità»”.[145] Questa sezione, dedicata alla comunità, si conclude con un richiamo contro l’individualismo imperante nella nostra società dove l’”io” ha sempre la meglio sul “noi”: “Contro la tendenza all’individualismo consumista che finisce per isolarci nella ricerca del benessere appartato dagli altri, il nostro cammino di santificazione non può cessare di identificarci con quel desiderio di Gesù: che «tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te» (Gv 17,21)”. [146] E’ significativo che Gesù, in modo così esplicito, chieda ai suoi discepoli di “essere una cosa sola” proprio nel suo ultimo insegnamento, poco prima di essere arrestato: l’ultimo desiderio di un condannato a morte!

Preghiamo

Signore, la Tua preghiera ci commuove e al tempo stesso ci responsabilizza. Concedici il dono di saper essere comunità superando i nostri egoismi, la nostra superbia e tutto ciò che divide. Amen

E anche oggi, un’attenzione particolare a quei piccoli gesti attraverso i quali il Signore agisce. Buona giornata,

PG&PGR