9 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

San Francesco di Sales dice che per poter vivere una vita devota è necessaria la volontà di una purificazione dal male, cioè dal peccato. Come fare? A Filotea suggerisce una buona confessione preceduta da un buon esame di coscienza per individuare “le brutture peccaminose della tua coscienza – e quindi – detestale e respingile con una contrizione e un dispiacere grande quanto il tuo cuore riesce a concepire prendendo in considerazione questi quattro punti: per il peccato tu hai perso la grazia di Dio, hai perso il diritto al paradiso, hai accettato i tormenti eterni dell’inferno, hai rinunciato all’eterno amore di Dio”. Certamente espressioni come queste ci mettono addosso una certa angoscia e ci fanno apparire Dio come un giudice implacabile pronto a condannare. Come mai Francesco, il santo che ha cantato il grande amore di Dio per le sue creature, si esprime in questo modo? Non dimentichiamo che per quanto “moderno” per il periodo in cui è vissuto, è pur sempre figlio del suo tempo e certe sue espressioni risentono di questo. Ma va anche precisato che quanto detto prima si riferisce, in modo particolare, a chi è lontano dall’amore di Dio e vuole coscientemente continuare ad esserlo. Dobbiamo aprire qui una breve parentesi per sentire cosa dice, a proposito del peccato, il Catechismo della Chiesa Cattolica: “E’ opportuno valutare i peccati in base alla loro gravità…(1854); il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell’uomo a causa di una violazione grave della Legge di Dio; distoglie l’uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore: Il peccato veniale lascia sussistere la carità quantunque la offenda e la ferisca (1855). Il peccato mortale, in quanto colpisce in noi il principio vitale che è la carità richiede una nuova iniziativa della misericordia di Dio e una conversione del cuore, che normalmente si realizza nel sacramento della Riconciliazione (1856)”. Allora vuol dire che quel Giudice non è poi così severo e implacabile e anche quando Lo perdiamo di vista seguendo altre strade che ci allontanano dal vero bene, come il padre della parabola (Lc 15,11-24), ci aspetta a braccia aperte offrendoci non soltanto il suo perdono, ma il suo immenso amore dimenticando le nostre infedeltà. Torniamo a Francesco che ci mette in guardia sulle confessioni troppo affrettate, superficiali, incomplete, dove manca “la contrizione richiesta, anzi capita addirittura che molte volte ci si vada a confessare con il segreto proposito di tornare a peccare, visto che non si ha alcuna intenzione di evitare l’occasione, né di prendere gli opportuni accorgimenti per correggersi. In conclusione potremmo dire che la “purificazione” di cui egli parla corrisponde ad un sincero desiderio di conversione e di adesione al Vangelo di Gesù Cristo. Ripensiamo a quell’invito che ci verrà nuovamente rivolto quando, tra qualche giorno, riceveremo sul capo le ceneri: Convertiti e credi al Vangelo.

Preghiamo

Signore facci riscoprire la bellezza di sentirci Tuoi figli perdonati, di saperci sempre attesi da Te che sei Misericordia infinita e non abbandonarci alla tentazione. Amen.

Ed oggi, o nei giorni prossimi (senza aspettare Pasqua!), un buon esame di coscienza e una buona “ripulita” per iniziare meglio il cammino quaresimale. Buona giornata,

PG&PGR