12 Aprile 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

“Devi essere devota della Parola di Dio”.

Carissimi,

con queste parole inizia il XVII capitolo della seconda parte della Filotea. Per meglio comprenderlo riteniamo opportuno richiamare la vostra attenzione sul “Prologo” del Vangelo di San Giovanni (1,1): “In principio era il Verbo (la Parola), il Vervo era presso Dio e il Verbo era Dio”. La Parola, dunque, è lo stesso Gesù Cristo: Parola di Dio incarnata. Ecco la sollecitazione di Francesco: “sia che tu l’oda in conversazioni familiari assieme ai tuoi amici spirituali, sia nella solennità di un sermone, devi ascoltarla sempre con attenzione e rispetto.” Ma ascoltare non basta: potremmo correre il rischio di essere “ascoltatori smemorati” (cfr. Gc 1,25). Infatti il testo continua dicendo: “Ricavane  profitto: non lasciarla cadere a terra, ma accoglila nel tuo cuore come un unguento prezioso, seguendo l’esempio della Santissima Vergine, che conservava con cura nel proprio, tutte le lodi dette in onore del Figlio.” Dobbiamo quindi conservare nel cuore, meditare, imitare, trasformare in vita vissuta la Parola che ascoltiamo affinché diventi vera preghiera: “Ricordati che Nostro Signore accoglie le parole che gli rivolgiamo nelle preghiere, nella misura nella quale accogliamo quelle che Egli ci rivolge con la predicazione.” Bellissima e verissima questa affermazione! Proviamo a sostituire la frase con la quale, generalmente, inizia il brano del Vangelo durante le celebrazioni “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli”, con “ in questo tempo, in questo giorno, in questo preciso momento Gesù dice personalmente e direttamente a me”. Questo è il suo modo di parlare al cuore di ogni credente, di ogni discepolo. Francesco continua invitandoci alla lettura di “qualche buon libro di devozione” e, indicandone alcuni, dice: “Tutti i giorni leggine un brano con grande devozione, come leggeresti lettere inviate personalmente a te dai Santi del Cielo, per indicarti il cammino e darti coraggio di avviarti in esso.” Certamente, come egli stesso ammette, molte “azioni di santi” sono difficili da “imitare in senso letterale” per coloro che, come noi, come la stessa Filotea, vivono nel mondo, ma “hanno senz’altro qualche cosa da insegnarci o da vicino o da lontano”. Il Nostro ci usa la cortesia di indicare diversi testi preziosi atti allo scopo; citiamo solo i più famosi: il “Combattimento spirituale” di Lorenzo Scupoli, le “Confessioni” di Sant’Agostino, le “Lettere” di San Girolamo, grande conoscitore e traduttore della Bibbia in latino. Con riferimento alla povertà di Francesco di Assisi, fa cenno ad alcuni “esercizi di povertà” di cui si propone di parlare nella terza parte. Seguono altri “consigli bibliografici” su biografie di alcuni santi, più o meno conosciuti, dove si trovano “episodi più illuminanti di altri per la nostra vita”: Santa Teresa d’Avila, la vita dei primi gesuiti, San Carlo Borromeo, San Luigi re di Francia, San Bernardo, i “Fioretti” di San Francesco di Assisi. A conclusione del capitolo, non dimenticando che i destinatari della Filotea sono, generalmente dei laici, dice che ce ne sono alcune, come quelle di S. Maria Egiziaca, S. Simeone stilita, le due Caterine, da Siena e da Genova, S. Angela Merici, che “sono più adatte per essere ammirate che imitate ma che, non per questo non sono una prova piacevole del grande amore di Dio”.

Tutte queste indicazioni potrebbero aver suscitato la “curiosità” di qualcuno. Se così fosse, e ce lo auguriamo, attraverso qualche “motore di ricerca”, Google o altri, potete attingere qualche informazione in più. Il Signore si serve anche di Internet per farci arrivare la Sua Parola.

Preghiamo

Signore abbiamo un bisogno sempre più urgente della Tua Parola. Fa’ che da semplici ascoltatori diveniamo veri imitatori del Verbo per essere testimoni credibili del Tuo Amore per l’umanità. Amen.

Proviamo, oggi, a riflettere un po’ di più sul nostro “rapporto” con la Parola di Dio. Buona giornata,

PG&PGR