14 Novembre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

una delle grandi “tentazioni” e pretese dell’uomo è quella di voler umanizzare l’agire di Dio per renderlo più simile al nostro. Nel secondo capitolo, che iniziamo oggi e che il de Sales intitola “Come in Dio ci sia un solo atto che è la sua Divinità” viene messa in luce la diversità tra l’operare dell’uomo e quello di Dio. Dice: “Abbiamo in noi una grande varietà di facoltà e abitudini che, logicamente, danno origine ad una grande varietà di azioni, e tali azioni ad una grande quantità di opere. Infatti, se sono diversi i modi di vedere, udire, gustare, toccare, muoversi, nutrirsi, di intendere e di volere, e le abitudini di parlare, camminare, giocare, cantare, cucire, saltare, nuotare così pure sono molto diverse le azioni e le opere che derivano da tali modi e abitudini”. Non si può certamente negare tale evidenza: ognuno di noi ha un suo modo di pensare, di agire, di parlare, ecc. dettato dalla propria inclinazione, dalle proprie abitudini e dalle proprie origini. Ma, sottolinea Francesco: “In Dio non è la stessa cosa”. E come potrebbe essere il contrario? Perché se così fosse non ci sarebbe alcuna differenza tra il Creatore e la creatura. Essendoci in Dio “una semplicissima perfezione senza limiti”, cioè un “tutto” che noi, in quanto creature non riusciamo a comprendere, umanamente “parliamo di azioni di Dio come se tutti i giorni ne facesse tante e di vario genere”, pur sapendo che non è così. A volte la nostra pochezza ci porta ad immaginare Dio come un super manager, seduto alla sua scrivania, magari davanti ad un enorme PC, con uno stuolo di assistenti e segretari, continuamente indaffarato a risolvere i problemi dell’umanità. Scusateci la divagazione… Ma siamo così poco aperti verso la perfezione di Dio che “per aver l’aria di capirci qualcosa, ne parliamo in termini adatti alla nostra mentalità ordinaria e al modo usuale che abbiamo di valutare le cose”. Pensiamo alla creazione. Il Salesio ci fa notare che la Storia Sacra “adattandosi al nostro modo di pensare, ripete spesso la potente parola «sia fatto» nei giorni della creazione del mondo, se vogliamo (però) parlare con esattezza tale parola fu una sola…ossia un solo momento della sua infinita volontà che, con potenza, estende la propria virtù alla varietà delle cose create”. Se ci riflettiamo bene, nonostante il racconto biblico “umanizzato”, nella creazione dell’uomo Dio infonde in lui il suo soffio, il suo vitale spirito “in un solo momento”. Quello che nel libro della Genesi è descritto con molte parole, commenta il Nostro citando San Giovanni Crisostomo, l’evangelista Giovanni, nel suo Prologo, lo esprime “con una sola parola dicendo che «per mezzo del Verbo», ossia per mezzo della Parola eterna, che è il Figlio di Dio, «tutto è stato fatto»”. Questa Parola, dunque, dà origine a tutto il creato ed è ciò che noi professiamo dicendo che Dio è il creatore di tutte le cose visibili ed invisibili.

Preghiamo

O Dio, creatore nostro e di tutto ciò che ci circonda, illumina la nostra mente e infiamma il nostro cuore per credere, con sempre maggiore intensità, anche in ciò che la nostra umanità non riesce a comprendere. Amen

E anche oggi cerchiamo di scorgere l’azione di Dio in ciò che buono vivremo e faremo. Buona giornata,

PG&PGR