24 Maggio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

iniziamo oggi un nuovo capitolo, il VII, della Terza parte dell’Introduzione alla Vita Devota che Francesco di Sales intitola: “Come va conservato il buon nome praticando l’umiltà”. Il capitolo inizia con una affermazione: “Per una virtù ordinaria non ci si scomoda a lodare, ad onorare, a dare gloria a chi la possiede; questo si fa soltanto quando la virtù è eccellente.” Tale eccellenza la riscontriamo soprattutto nella Vergine Maria che oggi onoriamo col titolo di “Madre della Chiesa”. All’umile donna di Nazaret, dalla croce, Gesù affida la Chiesa intera. E non possiamo non volgere lo sguardo anche verso San Giuseppe che della Chiesa è il patrono universale, il padre putativo, come lo è stato per il Dio fatto uomo. Crediamo di poter affermare che quanto il Nostro aggiunge, anche senza nominarli direttamente, si riferisca a loro: “Con la lode, infatti non vogliamo portare gli altri ad avere stima per le ottime qualità di qualcuno; con l’onore facciamo sapere a tutti che quella stima noi l’abbiamo; la gloria, poi, a mio parere, è il lustro della reputazione che scaturisce dalla somma di molte lodi e onori: possiamo dire che le lodi e gli onori sono come pietre preziose, dalla composizione delle quali, come un gioiello, nasce la gloria.” Se questi due grandi modelli ci richiamano all’umiltà, nel contempo ci mettono in guardia contro la superbia che potrebbe insorgere nel nostro animo: “L’umiltà non accetta che noi pensiamo di essere migliori e che abbiamo diritto di essere anteposti agli altri; non permette nemmeno che andiamo alla caccia di lodi, di onori, di gloria, cose che devono essere tributate soltanto all’ottimo.” Citando poi il libro del Siracide, il de Sales dice che comunque dobbiamo  “aver cura del nostro buon nome, perché il buon nome è la stima, non dell’ottimo, ma soltanto di una semplice e ordinaria prudenza e onestà di vita, che l’umiltà non ci impedisce di riconoscere in noi stessi; di conseguenza non ci vieta di desiderarne il relativo buon nome.” Non è dunque questione della mera difesa della propria “onorabilità”, ma di carità che essendo “uno dei fondamenti della società umana…richiede, e l’umiltà di buon grado accetta, che noi desideriamo e conserviamo con cura il buon nome”. Questo, evidentemente, ci impegna ad una maggior coerenza, lealtà e onestà. Possiamo tornare con la mente a quanto dicevamo qualche giorno fa sull’essere e l’apparire. Per questo il Nostro afferma: ”L’obbligo di conservare il buon nome e di essere realmente come la gente ci stima, esige che abbiamo un coraggio generoso sostenuto da una forte e dolce violenza.” Forte e dolce violenza…espressione “colorita” che rispecchia pienamente la personalità di Francesco: l’uomo forte e deciso che, coraggiosamente, impone a se stesso, prima di chiederlo a noi, uno stile di vita animato dalla carità e dall’umiltà.

Preghiamo

Signore che ci hai chiamati a vivere la fede nella Chiesa di cui Maria è Madre, per sua intercessione, fa’ che il nostro impegno non si affievolisca di fronte alle sfide del mondo e che, animati dallo Spirito, con coraggio e “dolce violenza”, testimoniamo sempre e dovunque il Tuo amore. Amen.

Essere “dolcemente violenti” come Francesco…Proviamoci oggi. Buona giornata,

PG&PGR

Notizie da PGR

Ieri pomeriggio sono stato a trovarlo. Solita visita a…distanza. Sul fronte clinico nulla da aggiungere a quanto ho detto sabato scorso. Il morale è abbastanza buono. In quanto alla dimissione, siamo in attesa e attendendo continuiamo a pregare.

PG