1 Giugno 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

in questo giorno in cui si celebra la memoria di San Giustino martire, vogliamo ricordare i nostri fratelli e sorelle della Parrocchia nostra confinante, che è dedicata a questo grande santo e martire del II secolo: il Signore li sostenga sempre nel loro impegno di testimonianza cristiana. E riprendiamo in mano la nostra Filotea. Francesco di Sales continua la sua esposizione sulla dolcezza e l’umiltà citando il passo del libro della Genesi (45,24) in cui Giuseppe, il figlio di Giacobbe venduto come schiavo dai suoi fratelli e divenuto poi, per opera della Provvidenza, viceré d’Egitto, invita a far ritorno al loro paese i suoi “bravi” fratelli, dopo averli perdonati, carichi di ogni ben di Dio, ma raccomandando loro di non “litigare durante il viaggio”. La stessa cosa consiglia ad ognuno di noi: “A te dico la stessa cosa, Filotea. Questa vita terrena è soltanto un cammino verso quella beata, non adiriamoci dunque per la strada gli uni contro gli altri; camminiamo tranquillamente e in pace con i fratelli e i compagni di viaggio.” Quanto dolore sarebbe stato evitato agli uomini di tutti i tempi se l’umanità avesse camminato alla luce di queste parole senza cadere nell’inganno del potere, del denaro e di tutto quello che divide invece di unire! Quanti appelli alla pace e alla fratellanza universale, dalla Creazione ad oggi, sono caduti nel vuoto con le conseguenze che tutti conosciamo! Citando poi la Lettera di San Giacomo (1,29), il Nostro aggiunge:“Con chiarezza, e senza eccezioni, ti dico: Se ti è possibile, non inquietarti affatto, non deve esistere alcun pretesto perché tu apra la porta del cuore all’ira. S. Giacomo, senza tanti giri di parole, dice chiaramente: L’ira dell’uomo non opera la giustizia di Dio.” Se ricordate, lo stesso Gesù, nel discorso della Montagna aveva ammonito, su questo, il suo uditorio (Cfr. Mt 5,22). Certamente non è facile non “sbroccare” in determinate situazioni, ma l’ira, soprattutto se incontrollata, rimane pur sempre un vizio capitale. Questo non significa tacere di fronte al male, all’ingiuatizia o rinunciare a correggere i “vizi” specialmente quando si hanno delle responsabilità verso la collettività: “Bisogna resistere seriamente al male e reprimere i vizi di coloro di cui abbiamo la responsabilità, con costanza e con decisione, ma sempre con dolcezza e serenità. Niente calma un elefante infuriato come la vista di un agnellino e nulla attenua la violenza delle cannonate come la lana.” A questo qualcuno potrebbe chiedere: come la mettiamo con la correzione fraterna? Risposta: è proprio quell’aggettivo che fa la differenza: una cosa è la correzione brusca, aspra, veemente che mira solo ad accusare, altro è quella fatta con dolcezza che non tende a reprimere, ma a far sì che il comportamento dell’altro migliori. Francesco dice ancora: “La correzione dettata dalla passione, anche quando ha basi ragionevoli, ha molto meno efficacia di quella che viene unicamente dalla ragione; questo perché l’anima ragionevole sa cedere alla ragione, ma rifiuta di piegarsi alla passione ed alla tirannia. Di modo che la ragione accompagnata dalla passione è odiosa, perché la sua giusta autorità è avvilita dall’alleanza con la tirannia.” Eh sì! La correzione fatta con eccessivo astio può facilmente trasformarsi, anche involontariamente, in una forma di “tirannia”. Pensiamo, ad esempio, a quanti adolescenti entrano in “rotta” con i loro genitori a causa di “reprimende” che spesso giudicano “tiranniche” e che allontanano invece di avvicinare creando, a volte, crepe irreparabili. Ma attenzione: non si tratta di usare il “pugno di ferro in un guanto di velluto”, ma di avere, nei confronti di chi sbaglia, un atteggiamento fermo, certamente, ma sempre aperto al perdono. senza mai dimenticare quello che Gesù dice a proposito della pagliuzza e della trave (Cfr. Mt 7,3-5).

Preghiamo

Ancora una volta ci troviamo a dire: Signore, calmaci! Fa’ che ognuno di noi non si erga a giudice severo, ma usi nei confronti di chi si trova nell’errore, lo stesso Tuo atteggiamento: Va’ e non peccare più. Amen.

Saremo capaci, oggi, di ricordare queste parole di Gesù? Buona giornata,

PG&PGR

Notizie di PGR

Anche se è tornato a casa, l’avventura non è finita. Questa mattina sarà sottoposto ambulatorialmente, ad un altro esame particolare, l’ultimo speriamo. Accompagniamolo, anche in questo, con la nostra preghiera.

PG