24 Giugno 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nell’augurare Buon Onomastico, in questa Solennità della Natività di San Giovanni Battista, a tutti coloro che portano questo nome e ponendo sotto il suo Patrocinio tutte le nostre difficoltà e speranze, andiamo avanti, insieme a San Francesco di Sales, sul tema della povertà. Con sottile ironia afferma: “Filotea, non so fino a che punto sia un giusto desiderio voler possedere giustamente quello che un altro giustamente già possiede; con questo desiderio noi vogliamo fare il comodo nostro incomodando gli altri.” Evidentemente non è un “giusto desiderio”; spesso l’avarizia fa da battistrada all’invidia, alla prepotenza e all’ingiustizia. Senza spaziare troppo con la mente, perché il discorso sarebbe “infinito!, è sufficiente pensare alle tensioni che si sviluppano, in ambito parentale per questioni di eredità! Che tristezza!!! Il Nostro, con vena retorica, chiede: “Chi già possiede giustamente un bene, non ha forse più ragioni di conservarlo giustamente, che noi di volerglielo portar via giustamente? E perché vogliamo allungare il nostro desiderio sul suo bene per portarglielo via?” Come certamente ricorderete Francesco si era laureato in Diritto canonico e civile all’Università di Padova, una delle più quotate del tempo ma, anche come giurista, non dimentica la carità che deve essere sempre alla base di ogni azione umana. Per questo continua dicendo: “Ma anche volendo supporre che questo nostro desiderio sia giusto per davvero, di sicuro non è caritatevole; è certo che noi saremmo molto contrariati se qualcuno, anche giustamente volesse impadronirsi di quello che giustamente possediamo noi!” P. Ruggero, nella sua traduzione della Filotea, ha cercato di essere il più possibile fedele al testo originale francese. Ma per capire meglio la citazione biblica che segue (1 Re 21,1-16), crediamo sia opportuno sostituire il primo “giustamente” con “legalmente” e l’intransitivo pronominale (se la memoria grammaticale non ci inganna) “impadronirsi” “con acquistare”. Il re Acab, desiderando fortemente quella vigna, era disposto ad acquistarla e pagare un giusto prezzo, ma il rifiuto legittimo di Nabot lo spinge ad assecondare il piano criminale della moglie Gezabele pur di entrare in possesso di quel possedimento. Commenta Francesco: “Questo è il peccato di Acab, che voleva impossessarsi giustamente della vigna di Nabot, mentre Nabot giustamente voleva conservarla. La desiderò con tanto ardore, così a lungo e tormentandosi che finì con l’offendere Dio.” Il desiderio legittimo di un bene materiale non è, di per sé, un male, ma non deve mai ledere il diritto altrui ed esige, quindi, grande onestà e…pazienza: “Aspetta, Filotea, a desiderare il bene del prossimo che il prossimo abbia il desiderio di disfarsene; in tal caso il suo desiderio renderà il tuo più che giusto, addirittura caritatevole.” Quello che a Francesco preme è sottolineare che, anche nelle “faccende” umane, il cristiano non deve mai rinunciare al primato della carità (1 Co 13).

Preghiamo

Fa’ Signore che ogni nostra attività sia animata dalla carità fraterna e si trasformi in azione di grazie verso la Tua bontà infinita. Amen

Oggi, nelle nostre occupazioni quotidiane, proviamo a lasciare un po’ più di spazio alla carità. Buona giornata,

PG&PGR